Pinacoteca
PINACOTECA TOSIO MARTINENGO
Brescia (BS)


Il percorso espositivo prende avvio dal Trecento e affianca ai dipinti mirabili oggetti di arte decorativa. Attraverso testimonianze di assoluta fama come l’Angelo e il Redentore di Raffaello e l’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto, si arriva al cuore della collezione, costituito dalla pittura bresciana del Rinascimento con Savoldo, Romanino e Moretto. Si manifesta qui una peculiare attenzione per la realtà, che arriva poi fino all’umanissima stagione dei “pitocchi” di Giacomo Ceruti. Il percorso si conclude con l’Ottocento di Canova e Hayez.
Palazzo Martinengo da Barco, sede storica della Pinacoteca, svela grazie al recente restauro la sontuosa bellezza dei suoi ambienti, frutto di una lunga storia che affonda le radici nel XVI secolo e giunge fino al rinnovamento della fine del XIX secolo, su progetto dell’architetto Antonio Tagliaferri. Entro un moderno allestimento inaugurato nel 2018 e recentemente arricchito, sono esposte le collezioni civiche, formatesi a partire dal generoso lascito del conte Paolo Tosio (1844) e ampliate nel tempo attraverso numerose acquisizioni. Il percorso, organizzato cronologicamente, prende avvio dal Trecento e affianca i dipinti a mirabili opere di arte decorativa, tra cui oreficerie, smalti, maioliche e bronzetti. Attraverso testimonianze di assoluta fama come l’Angelo e il Redentore di Raffaello e l’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto, si arriva al cuore della collezione, costituito dalla pittura bresciana del Rinascimento, con i dipinti di Vincenzo Foppa, Romanino, Savoldo e Moretto. Si manifesta qui una peculiare attenzione per la realtà, che arriva poi fino all’umanissima stagione dei “pitocchi” di Giacomo Ceruti. Dopo una strepitosa sala dedicata alla collezione di vetri muranesi dei secoli XV-XVIII, concludono il racconto le grandi commissioni dei collezionisti bresciani di età neoclassica e romantica, tra Angelica Kauffmann, Andrea Appiani, Berthel Thorvaldsen, Antonio Canova e Francesco Hayez. Tra contrabbassi, monumentali gruppi scultorei in avorio, anfore greche, pittori caravaggeschi e armature, il museo racconta non solo la vivace produzione artistica locale, ma anche e soprattutto il gusto dei collezionisti bresciani che, nel tempo, hanno arricchito le collezioni pubbliche cittadine.