Museo d’Arte
MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA
Brescia (BS)



Il chiostro maggiore dell’ex convento francescano di San Giuseppe, costruito alla fine del XVI secolo, ospita dal 1994 il Museo Diocesano di Brescia, nato per raccogliere opere d’arte provenienti per lo più da chiese ed edifici religiosi della diocesi. La collezione permanente è collocata al primo piano: un percorso nell’arte e nella cultura che si compone di opere di pittura, scultura, oreficeria sacra, codici miniati e una delle raccolte più ampie al mondo di tessuti preziosi che vanno dal XII al XIX secolo. Tra i dipinti di maggior pregio, il Polittico di sant’Orsola di Antonio Vivarini, è un raffinato esempio della produzione veneziana della metà del Quattrocento, ancora vicino, nel gusto del fondo oro, alle icone orientali, delle quali il Museo possiede una nutrita selezione. A Jacopo Tintoretto è attribuito il bozzetto della Trasfigurazione per la chiesa cittadina di Sant’Afra e alla bottega di Tiziano lo splendido Volto di Cristo, dipinto su pietra. I maggiori artisti del Rinascimento bresciano sono presenti con diverse tele, provenienti da chiese cittadine: Moretto, Romanino e Floriano Ferramola. A quest’ultimo sono attribuite le miniature che ornano prime due pagine della Regola della Confraternita dei santi Faustino e Giovita di Collio Valtrompia, gioiello della sezione dedicata ai codici miniati che raccoglie manoscritti con miniature di scuola bolognese, francese e lombarda dal XII al XVI secolo. Al Rinascimento appartengono anche alcuni oggetti di oreficeria sacra, in particolare il Reliquiario di san Girolamo, manifattura di Augsburg in ebano e argento, commissionato dal cardinale Umberto Gambara e il ricamo in sete policrome e fili d’oro raffigurante l’Adorazione dei Magi della fine del XIV secolo. Si può ammirare la cosiddetta Pianeta di san Carlo, in broccato rosso di ambito milanese. Accanto ai pittori locali, il Seicento e il Settecento, sono rappresentati da artisti di area veneta come i vicentini Antonio De Pieri e Costantino Pasqualotto e, tra i veneziani, Andrea Celesti (Madonna col Bambino e i santi Anna, Giacomo Maggiore e Benedetto ed Estasi di santa Rosa da Lima), Gian Battista Pittoni (Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Francesco da Paola), Francesco Fontebasso e Francesco Zugno. Dello stesso periodo sono la maggior parte dei tessuti preziosi, realizzati da manifatture veneziane e francesi, che testimoniano l’evoluzione del gusto nel corso dei due secoli, e l’oreficeria sacra, cui vero capolavoro è il cosiddetto Calice di Pontevico, in oro, argento e pietre preziose, realizzato nel 1714 dall’orefice milanese Carlo Grossi.