Museo Archeologico
MUSEO CIVICO di MANERBIO E DEL TERRITORIO

Ha sede nell’ala seicentesca di Palazzo Luzzago, edifico che ospita anche il Municipio, la Biblioteca Civica e il Piccolo Teatro “Memo Bortolozzi”.
La sede espositiva dispone di una superficie di circa 500 mq; in ambienti adiacenti si trovano il laboratorio didattico, l’ufficio per il personale, dotato di biblioteca specialistica, la sede del Gruppo archeologico e il deposito del museo attrezzato per la catalogazione e lo studio dei reperti.
Dal 2004 è attivo un servizio didattico ricolto alle scolaresche della città e del territorio che comprende visite guidate tradizionali, visite animate condotte da personaggi abbigliati alla moda del tempo, percorsi tematici e laboratori didattici.
Il percorso espositivo articolato in senso cronologico vuole ripercorrere le tappe del popolamento nel territorio della bassa pianura bresciana dal Neolitico (VI millennio a.C.) fino all’età post medievale.
Manufatti in selce lavorata, frammenti di vasi a bocca quadrata, ceramiche e pugnali in bronzo provenienti dai contesti del Vallone di Offlaga, da Milzanello e dal fiume Oglio sono testimoni delle epoche piĂą antiche.
Significativi reperti, quali le dracme in argento, attestano invece l’importanza della zona di Manerbio all’interno dell’area territoriale prescelta dai galli Cenomani per il loro stanziamento a partire dal IV secolo a.C.; dalla cittĂ provengono infatti importanti ritrovamenti quali le celebri falere della Cascina Remondina e il tesoretto di oltre 3000 monete di Gavrine Nuove, oggi al Museo di Santa Giulia a Brescia.
L’etĂ romana è documentata da numerosi corredi tombali; tra i contesti piĂą interessanti si segnala quello di Cascina Trebeschi con quarantaquattro tombe ad incinerazione indiretta databili tra la prima metĂ del I secolo e l’inizio del III. La presenza di corredi abbondanti con oggetti di pregio manifesta una situazione economica di benessere, e sono certamente da riferire all’élite locale di prima etĂ imperiale ormai completamente romanizzata.
La fase post medievale che chiude il percorso è esemplificata dal ricco campionario di ceramiche invetriate e ingubbiate recuperate dalla Roggia Marianna di Manerbio, preziosi indizi della presenza di boccalari particolarmente attivi in città ; si ricorda, tra tutti, il nome del ceramista Santo Pellegrino noto attraverso i sigilli impressi sui pezzi prodotti dalla sua bottega.
Il museo custodisce inoltre l’unica moneta nota in Italia di Ariperto I, re longobardo dal 653 al 661.