Museo d’Arte
PALAZZO CROVA
Nizza Monferrato (AT)
La collezione Davide Lajolo è dedicata completamente all’arte del Novecento italiano e offre uno sguardo su opere realizzate da maestri appartenenti a diverse correnti artistiche, come il realismo, l’astrattismo e il Naif. La maestria di questi talenti è stata magnificamente descritta da Lajolo nelle sue recensioni, presentazioni di mostre e cataloghi. Il tema centrale di questa esposizione è il rapporto intimo tra lo scrittore e i suoi amici artisti, evidente nelle didascalie delle opere.
La collezione si sviluppa attraverso sei sezioni tematiche, offrendo un coinvolgente viaggio nell’arte, nella cultura e nella storia del Novecento, come Partigiani, Lavoratori, Terra, Pittori contadini, Figure, Maternità, Donne e Paesaggi.
Il Palazzo del Gusto è una esposizione multimediale che parla del territorio e della sua enogastronomia e nasce come volontà di espressione dell’eccellenza di un territorio che non segue logiche provinciali ma continuità di paesaggio. Le colline sono il filo rosso del territorio compreso fra Asti, Alessandria, Acqui e Roccaverano, passando per Santo Stefano Belbo. La prima sala è dedicata alla cucina del territorio e alla sua storia. Ad accoglierci la porzione di una tavola settecentesca sulla quale compaiono i piatti principi, 9 ricette rappresentative: l’insalata di carne battuta al coltello, bagna cauda, zuppa di ceci e costine, torta verde, agnolotti, gran bollito misto, finanziera, fritto misto alla piemontese, bunet.
Importante per comprendere la cucina del territorio sono le tre cucine: la cucina nobile e quella povera, contadina, che insieme si modellano e fondono per convogliare nella cucina borghese. Proseguendo entriamo nella sala dedicata ai prodotti di eccellenza: la carne di razza bovina piemontese, il cardo gobbo, la robiola di Roccaverano, la mostarda, la nocciola. Le voci di questi prodotti sono quelle di contadini, allevatori, affinatori e veterinari, gli addetti ai lavori insomma, ovvero i reali conoscitori del sapere e dei segreti della preziosità di tali prodotti.
Infine, la gipsoteca dedicata all’opera di Claudia Formica (Nizza Monferrato 1903-Torino 1987) che a Torino iniziò a costruire con «tenace operosità» la propria carriera multiforme e prolifica: nel corso del ventennio scalò l’ascesa artistica prevista dal sistema sindacale fascista, arrivando alla ribalta internazionale della Biennale veneziana nel 1940, attraverso tappe intermedie che videro un’intensa partecipazione a mostre regionali e nazionali, con menzioni di rilievo sulla stampa italiana ed estera e svariate committenze di carattere pubblico e monumentale. Sono esposti i gessi preparatori per le opere finali in bronzo e una ricostruzione dell’atelier dell’artista.