15 Marzo 2023
Dentro l’opera
NATURA MORTA
Evaristo Baschenis. Natura morta con strumenti musicali. Accademia Carrara Bergamo
Chissà se aspettano il ritorno del loro proprietario questi cembali e gli altri strumenti musicali abbandonati sopra un tavolo tra un piccolo scrittoio portatile, uno spartito e lettere già aperte.
A chi appartenevano? Per chi suonavano?
Il tempo scorre e come in una clessidra solo la polvere che si accumula ce lo fa percepire, depositandosi in maniera disuguale sul legno convesso degli strumenti a corda.
Se potessimo spostarci liberamente dentro il dipinto vedremmo un raggio di sole penetrare dalle imposte socchiuse nella sala del palazzo in cui ci troviamo. Come un proiettore, prima che scorra la pellicola, si può immaginare la danza del pulviscolo nella stanza vuota.
Un naso particolarmente sensibile potrebbe annusare gli odori, un miscuglio di essenze stagionate, provenire dagli strumenti costruiti dai liutai cremonesi.
Se fossimo dei musicisti potremmo leggere lo spartito e pizzicare ad arte le corde degli strumenti dipinti dal Baschenis che riposano all’Accademia Carrara. Ci sembra di sentire i musici allietare i membri di una ricca famiglia nelle serate estive, quando si tengono le finestre aperte per far circolare quel po’ di aria fresca di cui le notti padane sono avare. Il nobile palazzo lo immaginiamo a Bergamo Alta, nido protetto da possenti mura che tuttavia non riuscirebbero a trattenere il suono che si sprigiona dalle casse armoniche. La musica, nella nostra mente, danza sinuosa nelle vie strette della città sino a fare da contrappunto al frinire delle cicale che lentamente scema al calar delle tenebre.
In questa atmosfera sospesa, in questo iato, l’animo si predispone a speculare sul tempo effimero che ci è concesso di vivere e sulla vanità che questi strumenti cinti da nastri rosa rappresentano. Forse noi siamo come quelle corde trattenute dai piroli che pendono con grazia dal riccio della viola da gamba, tutto il resto è silenzio e accumuli di polvere.
Dove si trova l’opera?
Accademia Carrara | Bergamo – Scopri il Museo
Archivio delle opere
- Otto Dix, (Der) Matrose Fritz Müller aus Pieschen (1919), Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
- Busti Agostino detto il Bambaja, Battaglia con soldati a cavallo, 1515-1523, Palazzo Madama di Torino
- Jessie Boswell, Le tre finestre (La pianura della torre), 1924, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
- Coro dell’Abbazia di Staffarda, sala Staffarda al piano terra di Palazzo Madama di Torino
- Bartolomeo Cavarozzi, Sacra Famiglia, Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Torino
- Angelo Morbelli, Mi ricordo quand’ero fanciulla Angelo Morbelli (1903), Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona
- Bernardo Zenale, Flagellazione, Castello Sforzesco di Milano
- Mario Sironi, La Venere dei porti. Mario Sironi (1919), Casa Museo Boschi di Stefano di Milano
- Silvestro Lega, Il Pergolato, Pinacoteca dell’Accademia di Brera di Milano
- Emilio Longoni, Riflessioni di un affamato, 1894 Museo del Territorio Biellese (Biella)
- Giacomo Grosso Palazzo, La Femme (1895), Palazzo Mazzetti, Asti
- Filippo Cifariello, Les malheureux, (1899) Museo Borgogna. Vercelli
- Boccale di Meissen, inizi XVIII secolo, Museo Poldi Pezzoli Milano
- Anthonie Sallaert, Processione delle fanciulle del Sablon a Bruxelles, Musei Reali Galleria Sabauda
- Alzata-centrotavola 1735-45. Palazzo dei Musei Varallo (VC)
- La Venditrice di Amorini. Manifattura di Meissen 1790-1800. Fondazione Accorsi-Ometto Torino
Rubrica curata da Stefano Cocciardi
