Ricordando Molinari

Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa dello scultore Mario Molinari, il Museo Alessandri gli dedica un’ampia esposizione che raccoglie trenta opere significative della sua carriera. L’artista, originario di Coazze, inizia a esprimersi artisticamente alla fine degli anni Cinquanta, parallelamente alla sua attività nelle Cartiere di Coazze. Fu Raffaele Ponte Corvo, suo unico maestro, a influenzarne inizialmente il linguaggio pittorico.

Negli anni Sessanta si unisce al movimento Surfanta, ideato dal carismatico Alessandri, ma ne prende le distanze per seguire un proprio percorso artistico, dando vita alle cosiddette pittosculture: opere tridimensionali che fondono pittura e scultura. Inizialmente lavora con il rame, evocando simboli arcaici e tribali, ma dagli anni Settanta si apre all’uso di alluminio, legno e materiali plastici dai colori vivaci, portando le sue creazioni anche negli spazi pubblici.

La sua arte, accessibile e profondamente comunicativa, trova spazio in numerosi contesti internazionali, ma è il Totem della Pace, grazie al MAMT di Napoli e ai suoi eredi Pia e Jacopo Molinari, a diventare emblema del suo messaggio universale di fratellanza e unità dei popoli.