Raphael De Vittori Reizel

Sono relativamente poche le donne che hanno potuto spiccare il volo nel mondo dell’arte. Il loro numero comincia ad essere significativo nel Novecento, quando la loro sensibilità riesce a trovare il modo di universalizzarsi, abbandonando quelle pieghe oscure nella quale era costretta da un mondo dominato dagli uomini. Sostiene Raphael De Vittori Reizel che è anche per questo che ha accettato uno pseudonimo maschile, uno pseudonimo che lei adopera fieramente per esprimere un’arte che filtra attraverso le influenze di Soutine, Chagall e Arturo Martini, avvalendosi però di un segno forte di derivazione decisamente espressionista. Ne sortiscono lavori che si rifanno alla lezione di Maillol, caratterizzati per l’essenzialità della forma, sempre intrisi di un impianto espressionistico che però non riesce a celare un lirico realismo.

La scultura di Raphael, una scultura poderosa, materica, densa di connotazioni culturali mitologiche, bibliche e letterarie, amata tra glia altri da Rossana Bossaglia e Arturo Schwartz, è una plastica che affronta appieno il significato della modernità, il contrasto tra romantico e classico, tra storico e metafisico.