Arte, giornalismo e narrazione animano gli spazi di Armani Silos e dialogano nel contesto della mostra Magnum Photos. Colors, Places, Faces.
Quando settantacinque anni fa Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, “Chim” Seymour e George Rodger, fondarono Magnum Photos, lo fecero con l’obiettivo di raccontare il mondo per immagini, in modo nuovo e inedito, spesso andando controcorrente a livello stilistico e tematico. Prima dei viaggi di massa, prima della globalizzazione totalizzante, i fotografi Magnum raccontavano viaggi e scoperte invitando gli occhi di lettori e spettatori al sogno, allo stupore, alla consapevolezza.
Oggi, Giorgio Armani che cura questo percorso composito e multiforme, rinnova l’invito dei quattro fondatori a osservare la realtà con occhi nuovi, e racconta «La fotografia mi appassiona da sempre perché l’emozione che suscita è strettamente legata alla sorpresa nell’osservare la realtà da un punto di vista inaspettato. In particolare, ammiro il lavoro dei fotografi Magnum, che ho iniziato a conoscere nel momento in cui io stesso iniziavo a vedere il mondo con occhi nuovi».
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso il linguaggio visivo di dieci fotografi internazionali, alcuni ancora in attività come Christopher Anderson, che racconta la Cina attraverso gli sguardi che la animano, Olivia Arthur il cui lavoro attraversa persone e identità culturali, e che nel contesto di Colors, Places, Faces, mostra Dubai attraverso gli occhi di un naufrago tornato dopo cinquant’anni in una città che da villaggio è divenuta megalopoli.