Mostra temporanea
Inquadrare paesaggi alpini. Sguardi di inizio Novecento dal bianco e nero al colore
PINACOTECA CIVICA LEVIS
CHIOMONTE (TO)

Da domenica 19.06.2022 a domenica 19.03.2023
La Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte presenta, dal 19 giugno al 19 marzo 2023, una nuova mostra, dal titolo Inquadrare paesaggi alpini. Sguardi di inizio Novecento dal bianco e nero al colore. Il progetto espositivo, partendo dall’importante archivio fotografico dell’artista Giuseppe Augusto Levis (Chiomonte 1873 – Racconigi 1926), di proprietà degli eredi, intende mettere in dialogo le sue immagini stereoscopiche con le autocromie di Ferdinando Fino (Torino 1872 – 1918), conservate presso il Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino. Grazie alle affinità tra i due fondi d’archivio è possibile ricostruire un tassello nella storia dell’utilizzo del mezzo fotografico nell’ambito artistico piemontese di inizio Novecento, oltreché offrire uno spaccato della vita e dei luoghi frequentati dai due artisti.
Nel primo ventennio del Novecento, Levis e Fino utilizzano la fotografia stereoscopica, che consente di realizzare immagini doppie, le quali viste attraverso uno speciale visore, trasmettono un’illusione di tridimensionalità della scena ripresa. Ancora lontani dall’invenzione della pellicola a colori, entrambi sperimentano la tecnica dell’autocromia, il primo processo fotografico a colori, introdotto sul mercato nel 1907 e rimasto in produzione fino al 1935. La rapidità di resa e l’assidua ricerca verso la rappresentazione sempre più fedele del “vero”, consente loro di passare agilmente dalla tecnica pittorica a quella fotografica, lasciando la testimonianza di un immaginario a colori ante litteram.
Le fotografie di Fino e Levis, insieme ai dipinti che da queste prendono le mosse, ritraggono il paesaggio delle Alpi occidentali – dalla Val di Susa alle Valli di Viù fino alle vedute del Piemonte settentrionale – con le sue cime, le variazioni atmosferiche e le figure umane che lo abitano. Le affinità, che delineano un trait d’union tra i due artisti, sono riscontrabili anche nelle inquadrature, nei contrasti cromatici tra le vesti delle figure e i toni freddi del paesaggio, come nella rappresentazione di luci e ombre, inserendosi nell’ambito del gusto espressivo del paesaggismo piemontese di fine Ottocento, inizio Novecento.
