…eccomi in tutto il mio splendore, seduta sulla seta e avvolta nel raso, con il mio bel ventaglio, i guanti bianchi, lunghi e morbidi. Oggi mi sento una dea a posare qui per il Maestro Grosso. Mio marito mi ha chiesto cosa volessi per il compleanno e io ho risposto senza esitazioni:- un ritratto -.
Il quadro sarĂ stupendo e sono convinta che lo ammireranno tutti. Un giorno la tela verrĂ esposta in un museo. Immagino giĂ i visitatori domandarsi, chi sarĂ questa radiosa signora seduta sul divanetto e sommersa da tutta quella preziosissima stoffa? Il Maestro lo intitolerĂ : “La Femme”. Gliel’ho suggerito io. Vorrei che la mia immagine mi sopravvivesse anzi, mi rendesse immortale.
Ho pensato che se ci fosse il titolo “Ritratto diG.L.” tra cento anni, nessuno saprebbe più chi sono stata. Così, invece, supererò il trascorrere del tempo, sarò l’immagine dell’eterno femminino. Ho chiesto io al Maestro Grosso di non mentire con il suo pennello sulla mia fisicità : il buon Dio mi ha voluto di forme generose, così sia! Molte signore osservando il quadro si riconosceranno e diventeranno mie alleate e io sarò per loro una buona amica, le convincerò a non nascondersi in fondo nelle foto di famiglia ma di restare in prima fila davanti all’obiettivo e al diavolo se tra le pieghe del vestito spunterà qualche rotolino!
Dipinga, dipinga pure Maestro Grosso, il mio petto generoso, il mento rotondo, le gote rosee e i capelli ricci. Io starò seduta qui, immobile, attendendo che Lei termini il mio lascia passare per l’eternità …
- L’opera: Giacomo Grosso Palazzo, La Femme (1895), Palazzo Mazzetti, Asti
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